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Totti e l'addio al calcio: "Scelta della Roma, Spalletti ha spinto più di tutti"

Totti e l'addio al calcio: "Scelta della Roma, Spalletti ha spinto più di tutti"

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L'ex capitano conferma i difficili rapporti con Spalletti e spiega: "Era una cosa sola con la società. America o Asia? Avrei rovinato tutto".

Francesco Totti torna a parlare e lo fa con una lunga intervista concessa a 'Il Venerdì di Repubblica' in cui, tra le altre cose, si sofferma sul reale motivo del suo addio al calcio giocato.

"Non è stato un mio pensiero, ma una cosa voluta dalla società. È l'unica ombra che si è creata tra me e la Roma. Perché un conto è decidere con la propria testa e un altro farsi mettere i paletti da altri. Non pretendevo di giocare 60-70 partite l'anno, volevo solo restare a disposizione.

Comunque meglio smettere che restare senza mai alzarsi dalla panchina. Spalletti è quello che ha spinto di più. Con la società erano una cosa sola", rivela Totti.

L'ex capitano però non ha mai pensato di continuare a giocare altrove: "Asia o America? Avrei rovinato 25 anni di carriera. Ho sempre detto che avrei indossato un’unica maglia. Sono di parola".

L'amore per la Roma d'altronde è fortissimo da sempre come racconta bene un particolare aneddoto legato all'infanzia di Totti e alle figurine della Lazio: "Le attaccavo a testa in giù. Uniche in tutto l’album."

PS Totti Balotelli

Totti poi ricorda anche il duro fallo commesso su Balotelli che gli costò l'espulsione durante una partita di Coppa Italia tra Inter e Roma: "Erano anni che mi provocava, insultava me e i romani. Un continuo. Alla fine la cosa è esplosa.

Fu un fallo orrendo, proprio per fargli male, ma i giocatori dell’Inter non mi assalirono. Mentre uscivo per l’espulsione, Maicon mi diede il cinque. La sensazione è che anche tra i suoi compagni Balotelli creasse qualche irritazione".

Infine l'ex capitano giallorosso spiega il suo nuovo ruolo e il rapporto con i calciatori: "Sono bestie, sono bastardi, ma mi portano rispetto. Io ero come loro, li conosco bene, conosco il loro linguaggio segreto fatto d’occhiate, mezze parole. Cerco di rendermi utile".

Totti e l'addio al calcio: "Scelta della Roma, Spalletti ha spinto più di tutti"

L'ex capitano conferma i difficili rapporti con Spalletti e spiega: "Era una cosa sola con la società. America o Asia? Avrei rovinato tutto".

Francesco Totti torna a parlare e lo fa con una lunga intervista concessa a 'Il Venerdì di Repubblica' in cui, tra le altre cose, si sofferma sul reale motivo del suo addio al calcio giocato.

"Non è stato un mio pensiero, ma una cosa voluta dalla società. È l'unica ombra che si è creata tra me e la Roma. Perché un conto è decidere con la propria testa e un altro farsi mettere i paletti da altri. Non pretendevo di giocare 60-70 partite l'anno, volevo solo restare a disposizione.

Comunque meglio smettere che restare senza mai alzarsi dalla panchina. Spalletti è quello che ha spinto di più. Con la società erano una cosa sola", rivela Totti.

L'ex capitano però non ha mai pensato di continuare a giocare altrove: "Asia o America? Avrei rovinato 25 anni di carriera. Ho sempre detto che avrei indossato un’unica maglia. Sono di parola".

L'amore per la Roma d'altronde è fortissimo da sempre come racconta bene un particolare aneddoto legato all'infanzia di Totti e alle figurine della Lazio: "Le attaccavo a testa in giù. Uniche in tutto l’album."

PS Totti Balotelli

Totti poi ricorda anche il duro fallo commesso su Balotelli che gli costò l'espulsione durante una partita di Coppa Italia tra Inter e Roma: "Erano anni che mi provocava, insultava me e i romani. Un continuo. Alla fine la cosa è esplosa.

Fu un fallo orrendo, proprio per fargli male, ma i giocatori dell’Inter non mi assalirono. Mentre uscivo per l’espulsione, Maicon mi diede il cinque. La sensazione è che anche tra i suoi compagni Balotelli creasse qualche irritazione".

Infine l'ex capitano giallorosso spiega il suo nuovo ruolo e il rapporto con i calciatori: "Sono bestie, sono bastardi, ma mi portano rispetto. Io ero come loro, li conosco bene, conosco il loro linguaggio segreto fatto d’occhiate, mezze parole. Cerco di rendermi utile".

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