Juventus, che abbondanza: panchina di lusso per Allegri

Allegri può sorridere: la sua Juventus 5.0 può contare su un organico competitivo in tutti i reparti, dove regna l'imbarazzo della scelta.
Una squadra così, Massimiliano Allegri non l'ha mai avuta. Sintomo di come negli anni il tecnico toscano sia cresciuto a tal punto da poter chiedere e ottenere due prime scelte per ruolo. E la Juventus, ormai abituata a fare le cose in grande, ha deciso di accontentare il suo mister rendendo la macchina competitiva per tutti i circuiti: campionato, Champions League, Coppa Italia e Supercoppa Italiana. Quattro manifestazioni in cui la Signora è chiamata a primeggiare, una volta di più, specialmente dopo aver portato a casa il giocatore più forte del pianeta. Cristiano Ronaldo ha cambiato le usanze sabaude, introducendo nuovi stimoli e concentrazione a livelli assoluti. Dai piedi dell'asso portoghese passerà buona parte della stagione bianconera, il resto vedrà protagonista una rosa ambiziosa e vincente.
Il titolare è uno solo e sfoggia con fierezza la casacca numero 7. Gli altri, invece, quotidianamente si dovranno sudare il posto accanto a lui. Come Paulo Dybala che, in occasione della sfida contro la Lazio, è rimasto a guardare il rettangolo di gioco dalla panchina. Un'esclusione che ha fatto rumore, ma che trova nell'abbondanza extra lusso la sua motivazione. Con la Joya fuori dall'assetto titolare c'erano anche – tra gli altri – Juan Cuadrado, Douglas Costa, Emre Can e Medhi Benatia. Un poker che, neanche a dubitarne, sarebbe titolare in tutte le altre squadre di serie A. Qui, probabilmente, il 3 giugno 2017 ha fatto scuola.
La Juventus, in questa data, perdeva l'ennesima finale di Champions League. Il Real Madrid, per consolidare il vantaggio, si affidava al subentrante Gareth Bale. La Signora, dal canto suo, gettava nella mischia Mario Lemina. Ora però il modesto mediano gabonese difende i colori del Southampton, mentre alla Continassa è approdato il cinque volte Pallone d'oro. I tempi che si evolvono e che nell'immaginario juventino dovranno cambiare le sorti europee di una squadra a digiuno da ben ventidue anni.
Per nulla legato ai dogmi tattici, Allegri nell'avventura sotto la Mole s'è divertito a provare con efficacia pressoché tutti i sistemi di gioco. Dall'inizio targato 3-5-2 al 4-3-1-2, passando per il 4-2-3-1 e gli ibridi 4-3-2-1 e 4-3-3 che ultimamente fanno tendenza. E se i numeri non entusiasmano il pragmatico Max, la società non li snobba e soprattutto li sviluppa in chiave mercato. Sono 16 i milioni garantiti all'entourage di Emre Can per mettere le mani sul centrocampista tedesco; sono 40 quelli versati nella casse del Bayern Monaco per riscattare il cartellino di Douglas Costa. Entrambi, tra gerarchie di fine agosto e turnover, con la Lazio rimasti inizialmente sulle comode poltrone dello Stadium.
Allegri pone le mani su un volante multifunzione. Nessuna paura dell'alta velocità, servirà uno stile di guida aggressivo e risolutivo. Perché questa Juventus assomiglia molto a una “fuoriserie” full optional. E per portarla senza graffi alla bandiera a scacchi, oltre a un gran pilota, occorre avere anche il miglior team possibile. Proprio come quello plasmato dalla dirigenza bianconera.