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Esperienza difficile all'Inter, Cannavaro: "Pensai di smettere"

Esperienza difficile all'Inter, Cannavaro: "Pensai di smettere"

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Fabio Cannavaro ripercorre alcune tappe della sua carriera e ricorda il primo addio alla Juventus: La società doveva vendere.

E’ stato uno dei più grandi difensori della storia del calcio italiano, un campione che ha militato in alcune tra le squadre più importanti d’Europa e che ha vinto da straordinario protagonista un Mondiale, guadagnandosi successivamente anche un Pallone d’Oro.

Fabio Cannavaro ha vissuto tanti momenti straordinari nel corso della sua carriera ma, in una diretta Instagram con lo YouTuber 'Er Faina', ha ricordato quelli che sono alcuni tra i suoi rimpianti e tra essi c’è anche l’addio al ‘suo’ Napoli.

“Sono andato via troppo presto. La società aveva problemi economici e ricordo ancora oggi che Ferlaino mi chiamò e mi disse che se non avessi accettato il Parma, ed io ero vicino a rifiutare, il Napoli sarebbe fallito il giorno dopo. Mi diede questa responsabilità ed io dovetti accettare. A Parma ho fatto poi sette anni fantastici nei quali ci siamo tolti tante soddisfazioni. Era una squadra di ragazzi eccezionali in un ambiente divertente”.

L’ex capitano della Nazionale Azzurra ha ricordato anche la parentesi all’Inter. Quella in nerazzurro è stata probabilmente l’esperienza più complicata della sua carriera.

“Ho il rammarico di essere andato via sul più bello. Ho sofferto tanto all’Inter, ho anche pensato di smettere con il calcio. Sono stato quasi un anno e mezzo con una frattura nella tibia, era come avere una coltellata ogni volta che mettevo il piede a terra. Dovevo fermarmi e non lo feci, fu un errore. Non posso dimenticare la prima volta a San Siro, Cuper mi fece partire dalla panchina ma quando entrai ci fu un boato. Moratti mi disse che una cosa così l’aveva sentita solo per Ronaldo, c’erano quindi grandissime aspettative. Venivo da sette anni a Parma ed ero già capitano della Nazionale, fallire mi dava fastidio ma poi decisi di tornare solo quando sarei stato bene. Iniziai un lavoro personalizzato, ma dopo tanta sofferenza mi dissero che sarei stato ceduto alla Juve”.

In bianconero si è rivisto il vero Cannavaro, ma quanto vinto è stato revocato a causa dello scandalo Calciopoli.

“Il rammarico legato alla Juve è che successe tutto quello che è successo dopo due anni nei quali avevo fatto delle prestazioni paurose. Il rammarico è non potermi godere due Scudetti che sul campo ci siamo sudati. Abbiamo dato il massimo, sofferto, gioito, e poi era una squadra talmente forte che quando successe tutto quel ‘casino’ nessuno voleva crederci, io per primo”.

Il suo addio alla Juventus nell’estate del 2006 (poi vi tornò nel 2009), fu accompagnato da diverse polemiche.

“Le cose vengono scritte sempre come uno vuole. In quel momento lì la Juve doveva vendere, doveva liberarsi di alcuni giocatori con stipendi importanti. Vendettero me ed Emerson al Real Madrid e Thuram e Zambrotta al Barcellona. Cedettero anche Ibrahimovic e Vieira all’Inter. Chi è rimasto in Serie B ha fatto un qualcosa di eccezionale, ha riportato la Juve dove merita. Quando uno va a giocare alla Juventus capisce la differenza tra giocare a calcio e vincere. Lì capisci che sono anni luce avanti a tutti”.

Esperienza difficile all'Inter, Cannavaro: "Pensai di smettere"

Fabio Cannavaro ripercorre alcune tappe della sua carriera e ricorda il primo addio alla Juventus: La società doveva vendere.

E’ stato uno dei più grandi difensori della storia del calcio italiano, un campione che ha militato in alcune tra le squadre più importanti d’Europa e che ha vinto da straordinario protagonista un Mondiale, guadagnandosi successivamente anche un Pallone d’Oro.

Fabio Cannavaro ha vissuto tanti momenti straordinari nel corso della sua carriera ma, in una diretta Instagram con lo YouTuber 'Er Faina', ha ricordato quelli che sono alcuni tra i suoi rimpianti e tra essi c’è anche l’addio al ‘suo’ Napoli.

“Sono andato via troppo presto. La società aveva problemi economici e ricordo ancora oggi che Ferlaino mi chiamò e mi disse che se non avessi accettato il Parma, ed io ero vicino a rifiutare, il Napoli sarebbe fallito il giorno dopo. Mi diede questa responsabilità ed io dovetti accettare. A Parma ho fatto poi sette anni fantastici nei quali ci siamo tolti tante soddisfazioni. Era una squadra di ragazzi eccezionali in un ambiente divertente”.

L’ex capitano della Nazionale Azzurra ha ricordato anche la parentesi all’Inter. Quella in nerazzurro è stata probabilmente l’esperienza più complicata della sua carriera.

“Ho il rammarico di essere andato via sul più bello. Ho sofferto tanto all’Inter, ho anche pensato di smettere con il calcio. Sono stato quasi un anno e mezzo con una frattura nella tibia, era come avere una coltellata ogni volta che mettevo il piede a terra. Dovevo fermarmi e non lo feci, fu un errore. Non posso dimenticare la prima volta a San Siro, Cuper mi fece partire dalla panchina ma quando entrai ci fu un boato. Moratti mi disse che una cosa così l’aveva sentita solo per Ronaldo, c’erano quindi grandissime aspettative. Venivo da sette anni a Parma ed ero già capitano della Nazionale, fallire mi dava fastidio ma poi decisi di tornare solo quando sarei stato bene. Iniziai un lavoro personalizzato, ma dopo tanta sofferenza mi dissero che sarei stato ceduto alla Juve”.

In bianconero si è rivisto il vero Cannavaro, ma quanto vinto è stato revocato a causa dello scandalo Calciopoli.

“Il rammarico legato alla Juve è che successe tutto quello che è successo dopo due anni nei quali avevo fatto delle prestazioni paurose. Il rammarico è non potermi godere due Scudetti che sul campo ci siamo sudati. Abbiamo dato il massimo, sofferto, gioito, e poi era una squadra talmente forte che quando successe tutto quel ‘casino’ nessuno voleva crederci, io per primo”.

Il suo addio alla Juventus nell’estate del 2006 (poi vi tornò nel 2009), fu accompagnato da diverse polemiche.

“Le cose vengono scritte sempre come uno vuole. In quel momento lì la Juve doveva vendere, doveva liberarsi di alcuni giocatori con stipendi importanti. Vendettero me ed Emerson al Real Madrid e Thuram e Zambrotta al Barcellona. Cedettero anche Ibrahimovic e Vieira all’Inter. Chi è rimasto in Serie B ha fatto un qualcosa di eccezionale, ha riportato la Juve dove merita. Quando uno va a giocare alla Juventus capisce la differenza tra giocare a calcio e vincere. Lì capisci che sono anni luce avanti a tutti”.

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